Ignorare il partner sul cellulare: cosa succede nelle coppie e come affrontare il silenzio digitale

Ignorare il partner sul cellulare: cosa succede nelle coppie e come affrontare il silenzio digitale

Matteo Casini

Dicembre 16, 2025

Un tavolo da bar, una coppia intenta a parlare, ma mentre uno cerca di raccontare qualcosa, l’altro si perde nello schermo del cellulare. È un’immagine che si vede sempre più spesso nelle città italiane e che racconta un fenomeno in crescita: il phubbing. Ignorare chi si ha davanti per fissare lo smartphone non è un semplice gesto distratto, ma un comportamento con effetti concreti sulla qualità delle relazioni sociali. In questo contesto, anche i rapporti di coppia possono risentirne pesantemente, con lo smartphone che diventa un vero e proprio “terzo incomodo”. Un aspetto che sfugge a molti, coinvolge tanto la vita quotidiana quanto la sfera emotiva, minando l’empatia e creando distanze anche quando si è fisicamente vicini.

Il phubbing e la sua influenza sulle relazioni

Il termine phubbing nasce dall’unione delle parole inglesi phone e snubbing, ossia “snobbare il telefono”. Indica il gesto di isolarsi socialmente ignorando chi ci è vicino per dedicarsi allo smartphone. Non si tratta di un fenomeno marginale: numerose ricerche, incluse quelle pubblicate sul Journal of Applied Social Psychology, identificano il phubbing come una vera e propria forma di esclusione sociale. Chi vive questa esperienza si sente messo da parte, con sentimenti di frustrazione e di riduzione del benessere emotivo. Questo messaggio implicito di non essere importante al momento si traduce in una erosione della fiducia e dell’intimità.

Ignorare il partner sul cellulare: cosa succede nelle coppie e come affrontare il silenzio digitale
Ignorare il partner sul cellulare: cosa succede nelle coppie e come affrontare il silenzio digitale – giornatemagiche.it

Un dettaglio che spesso viene trascurato è la distinzione tra “phubber”, chi utilizza il telefono, e “phubbee”, chi subisce questa esclusione. Nel contesto delle coppie, si parla di partner-phubbing quando uno dei due preferisce lo smartphone alla relazione, un fattore che aumenta il rischio di crisi relazionali e di conflitti emotivi. Paradossalmente, il phubbing diventa un segnale di disattenzione che può diminuire la soddisfazione del rapporto, rompendo la qualità del legame affettivo che proviamo a costruire ogni giorno.

Chi vive in contesti urbani lo nota ogni giorno: passare da una conversazione a un muro di schermi crea una sensazione di solitudine condivisa, una presenza che appare vuota e distaccata. Ognuno è fisicamente presente, ma mentalmente distante, aggrappato al proprio dispositivo invece che all’altro. Ecco perché l’uso disinvolto dello smartphone può trasformarsi in un ostacolo alla reale connessione umana.

Quando il telefono diventa il “terzo incomodo” nella coppia

Nel rapporto di coppia, il phubbing assume una dimensione più delicata. Non è solo un problema di distrazione, ma un vero e proprio indizio di esclusione emotiva. Il partner che si sente ignorato guadagna un senso crescente di insicurezza, con pensieri che vanno dal “non sono più interessante” a “non valgo la sua attenzione”. Questi timori possono alimentare ansia, gelosia e solitudine, ampliando il divario emotivo tra i due. Nel tempo, lo smartphone assume la forma di un oggetto che simbolicamente si frappone nella relazione, un “terzo incomodo” che altera equilibri e intimità.

Studi condotti in diverse università mostrano come questo fenomeno sia rilevante nella vita di coppia: si stima che oltre il 70% degli adulti abbia sperimentato il phubbing durante una conversazione importante. Le conseguenze si traducono in un peggioramento della qualità della relazione, con un calo di fiducia e soddisfazione. Ad esempio, il partner-phubbing è associato a una riduzione della vicinanza affettiva e a un aumento di sentimenti depressivi, un legame diretto tra distrazione digitale e disagio psicologico.

Nella vita reale, questo si traduce in conversazioni interrotte, momenti insieme diluiti da distrazioni continue e in un senso crescente di distanza emotiva. Un fenomeno che molti italiani stanno già osservando, capace di condizionare non solo le coppie, ma anche le amicizie e i rapporti familiari, spingendo a riflettere sul ruolo reale che la tecnologia dovrebbe avere nella nostra vita sociale.

Come riprendere il controllo e tutelare i legami

Se il phubbing rappresenta una minaccia per la salute relazionale, è importante riconoscerlo e trovare strategie pratiche per limitarne l’impatto. Il primo passo è prendere consapevolezza: lasciare il telefono in tasca o in borsa durante un incontro, spiegando all’altro il motivo in caso di un’attesa urgente, significa restituire valore alla presenza reale. È un gesto semplice ma efficace per mostrare rispetto e attenzione.

Un altro aspetto da considerare è l’uso di app che monitorano il tempo di utilizzo dello smartphone. Questi strumenti aiutano a valutare quanto effettivamente il telefono occupa la nostra mente e a impostare dei limiti, riducendo le distrazioni. A volte basta disattivare le notifiche per aumentare la presenza emotiva nel momento condiviso.

Infine, le coppie possono definire delle regole per utilizzare il telefono durante i momenti insieme, stabilendo fasce orarie senza schermi, per tutelare lo spazio dedicato all’intimità e alla comunicazione. Anche pochi minuti senza dispositivo possono fare la differenza nella qualità del legame.

Un fenomeno che in molti notano solo con il tempo, ma che può diventare un primo passo per ritrovare quella connessione autentica che spesso sembra sfuggire in mezzo al rumore digitale. Un aspetto ormai centrale nella vita quotidiana di molti italiani, chiamati a ripensare il rapporto con la tecnologia per non lasciare che l’isolamento digitale prenda il sopravvento sulle relazioni reali.

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